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sabato 23 agosto 2014

Quella maglia..



Quella non è una semplice maglia..
Quella è una pelle..
Una pelle granata con lo stemma di una storia centenaria al posto del cuore e da quest'anno con l'effige di una storia millenaria..
Che nessuno si azzardi a chiamare semplicemente maglia quella che per una città intera è come una vera e propria seconda pelle..
Una pelle che aderisce perfettamente a muscoli e sangue.. Una pelle resa viva e luminosa da quel sangue granata che deve far risplendere il nostro nome in lungo e in largo per tutto lo stivale..
Quel sangue che irrora di coraggio la pelle..
Il coraggio di lottare, sudare, piangere e gioire..
Non esiste sconfitta in grado di lacerarla, non esiste vittoria che non faccia risplendere il suo colore..
Indossare questa pelle vuol dire portare sulle spalle il peso di una storia fatta di ferite e di dolore, ma come dice una canzone poco famosa, ma molto viva, "basta una vittoria per dimenticare"..
E la nostra vittoria più grande è al maschile..
Si chiama Vittorio, ma è meglio dire il nostro Comandante..
Che tutti facciano la loro parte, i gladiatori in campo e noi in tutti gli stadi d'Italia..
Diventeremo grandi?? Chissà..
La Nord la canta ogni volta.. "per la maglia granata e per l'onore della città"..
Maglia o per meglio dire pelle..

TribùGranata

martedì 1 luglio 2014

Spunta Lores Ignacio Varela per il centrocampo granata


Il nome nuovo è quello del centrocampista uruguaiano Lores Ignacio Varela, classe '91 di proprietà del Palermo.
Il giovane centrocampista è un calciatore estremamente versatile che nella mediana ricopre anche il ruolo di ala sia destra che sinistra.
Nello scarso campionato è stato girato in prestito al Bari con il quale ha collezionato 8 presenze, che si aggiungono alle 6 con la maglia rosanero nella prima metà del campionato.
Lores ha anche esordito in serie A con i palermitani nella stagione 2011/2012 collezionando 6 presenze.
Il calciatore potrebbe arrivare in granata con la formula del prestito.
Lores, nonostante la giovane età vanta dei trascorsi anche nella massima serie Bulgara con la maglia del Botev Vratsa, per lui anche 3 presenze con la nazionale uruguaiana U20.

TribùGranata Trapani

giovedì 5 giugno 2014

Potrebbero arrivare da Rimini i primi colpi del mercato granata






Il mister e il DS sono già a lavoro per allestire il #nuovoTrapani.
Obbiettivo numero uno e apertamente dichiarato quello di abbassare l'età media dei #Granata, ad esempio puntando su qualche giovane interessante e affidandosi a chi in questa stagione ha fatto bene, come Andrea #Feola sulla mediana e magari Richard #Marcone fra i pali.

Dopo la conferma con un biennale per il #pendolinogranata Ciccio #LoBue e la dichiarata intenzione di Maurizio #Ciaramitaro di rimanere, il DS Daniele Faggiano è già a lavoro per allestire una formazione agguerrita a Mister #Boscaglia.

Ieri intanto #Boscaglia e #Faggiano sono stati avvistati nella tribuna del Romeo Neri di #Rimini per assistere alla gara dei #Playoff Primavera fra Atalanta e Torino (presenza confermata anche dallo staff del sito del giornalista sportivo Di Marzio).

Tanti i talenti che hanno dato vita ad uno spettacolare 2-3 per i Piemontesi, ma uno fra tutti potrebbe stuzzicare l'interesse del nostro DS.



Il nome è quello del giovane Mattia Aramu, tipico attaccante moderno che si adatta bene sia come seconda punta che come esterno d'attacco, che molto bene si adatterebbe al gioco del Mister.
Classe '95 si ispira molto nel modo di giocare ad Alessio Cerci.

Sicuramente è ancora presto per fare nomi, ma sicuramente la società Granata è già a lavoro per regalarci un'altra stagione fantastica..

TribùGranata Trapani

sabato 29 marzo 2014

Faggiano: "Ci abbiamo sempre creduto"


Il Trapani sfida il Bari. La squadra di Boscaglia è la rivelazione della serie B, terzo posto in classifica e bel gioco. "Ci prepariamo come sempre, con voglia di far bene", dice a TuttoMercatoWeb.com il direttore sportivo granata, Daniele Faggiano. Faggiano a Bari ha lavorato in tandem con Giorgio Perinetti, la prima esperienza nel calcio che conta. Adesso i pugliesi sono ufficialmente falliti. "Mi dispiace, perché una società fallisce non è mai bello", prosegue il dirigente che poi si concentra sugli obiettivi. Ora l'obiettivo diventa qualcosa di più di una semplice salvezza. "Che la squadra potesse far bene ci credevamo anche quando le cose andavano male, siamo contenti ma manteniamo i piedi per terra. Giochiamo partita dopo partita. Mancosu e il prolungamento? Stiamo parlando. Il mio futuro? Non è una domanda da fare a me, ora siamo tutti concentrati sulle partite da giocare. Chiaro però - conclude - che vorrei restare".

Tratto da: Tuttomercatoweb

domenica 2 marzo 2014

Ora il caso arbitri esplode anche in B


Fanno bene le società ad urlare, richiedendo più equidistanza e giudizi obiettivi. Perché il rischio vero è quello di falsare un campionato che si sta dimostrando, sul piano tecnico, al netto delle scelte arbitrali, interessante e avvincente, senza bisogno di interpretazioni autentiche che lasciano, alla fine, spazio ai dubbi preconcetti di chi non vorrebbe averne

Esplosa clamorosamente una settimana fa, la questione arbitrale trova nuove conferme non meno gravi. D’altra parte se anche la Lega Serie B ha reclamato maggiore attenzione nell’ultima Assemblea, appellandosi all’Aia e alla stessa Figc, vuol dire che il problema esiste, anzi, è ormai fuori controllo. E fanno bene le società ad urlare, richiedendo più equidistanza e giudizi obiettivi. Perché il rischio vero è quello di falsare un campionato che si sta dimostrando, sul piano tecnico, al netto delle scelte arbitrali, interessante e avvincente, senza bisogno di interpretazioni autentiche che lasciano, alla fine, spazio ai dubbi preconcetti di chi non vorrebbe averne. Magari la proposta di utilizzare i direttori di gara della Can A, non impiegati nella massima serie nei rispettivi turni di campionato, potrebbe quanto meno tamponare il problema e fornire una soluzione temporanea, anche se la categoria fa acqua da tutte le parti e in ogni caso sarebbe un palliativo laddove ci sarebbe bisogno di trasformazioni profonde e di far crescere direttori di personalità e capaci di sopportare le proprie responsabilità. Invece, gli errori continuano a essere tanti e la malizia cresce, constatati i metri di valutazione complessivi discordanti. Una settimana fa la palla respinta dalla traversa varesina varca la linea di porta ma l’arbitro Manganiello nega il gol-fantasma ad Angiulli e costringe poi l’Avellino a subire un pari irregolare al 94’. Ieri, invece, esulta Rodriguez per una rete che non c’è in un’azione simile: la palla colpisce la traversa, ricade in campo, ma non varca evidentemente la linea bianca della porta del Trapani a cui sfugge una vittoria preziosissima in chiave play off, peraltro obiettivo meritato anche dal Cesena di Bisoli, a sua volta già vittima di svarioni arbitrali. Episodi citati per rinforzare l’analisi. Ma la realtà offrirebbe innumerevoli spunti per arrivare a un giudizio definitivo: basta così, non falsate il campionato.

Traddo da: CdS.it

giovedì 6 febbraio 2014

Valdifiori: "A Trapani trasferta insidiosa, dovremo giocare come contro il Palermo"


Il centrocampista dell'Empoli, Mirko Valdifiori, ha parlato a Empolichannel.it del match di lunedì pareggiato contro il Palermo, e della prossima sfida che attende la squadra toscana, impegnata in casa della rivelazione Trapani: "Il pareggio è un buon risultato, ma sul piano del gioco abbiamo fatto meglio noi. Loro hanno colpito due traverse, ma la partita l’ha sempre fatta l’Empoli e quindi a livello di episodi siamo pari. Questo a mio avviso ci dà la conferma di essere una grande squadra. Quella contro il Trapani sarà una trasferta insidiosa, andremo ad affrontare una squadra in salute che sta facendo un grande campionato, e sarebbe un errore pensare ad una gara più semplice rispetto a quella di lunedì scorso. Dovremo scendere in campo con la stessa mentalità con cui abbiamo affrontato il Palermo".

Tratto da: palermo24

mercoledì 5 febbraio 2014

Mancosu, il bomber senza pagina Wikipedia che fa impazzire la Serie B



Il bomber senza pagina Wikipedia ha fatto impazzire le difese di Serie B. Si chiama Matteo Mancosu, 29 anni e 15 gol con il Trapani per conquistare la vetta della classifica cannonieri. Fino ad un paio di stagioni fa, lo conoscevano in pochi. Era «il fratello di Marco», che nel 2007 a 18 anni esordiva e segnava in Serie A con la maglia del Cagliari. Un sogno, per uno nato e cresciuto in quella città. Ci aveva provato anche Matteo, scartato da giovane ai provini.  

Una gavetta sui campi di Serie D e Lega Pro  
Era partito da zero, sui campi dei dilettanti. Saliva un gradino alla volta ed entrava dalla porta di servizio: Serie D e Lega Pro, fino alla promozione in B in casa della Cremonese. Era il 12 maggio dello scorso anno e il Trapani vinse 4-3. Con una sua tripletta, manco a dirlo. «Quel giorno ho capito di essere entrato in un altro mondo» racconta. Aveva appena chiuso la stagione con 15 centri. Ad agosto è tornato ancora più forte: in un campionato più difficile ha già pareggiato i conti. «Fa bene giocare un anno in più con la stessa squadra – dice -. La continuità con il Trapani mi ha aiutato molto e mister Boscaglia è stato fondamentale. Ha creduto in me dai tempi della Lega pro». 

Quella sera a San Siro contro l’Inter  
L’avventura nella nuova dimensione è iniziata a Padova: 2-0 per il Trapani. I gol? Sempre suoi, entrambi. «Anche quella è stata un’emozione, ma non la posso paragonare all’altra». Tutto nel 2013, come la partita di Coppa Italia a San Siro contro l’Inter. Quella sera, il 4 dicembre, Mancosu è entrato dalla panchina. «Sì, ma il momento più bello è stato vedere il campo prima del riscaldamento – sorride -. Non ero mai stato in quello stadio, neanche da spettatore. C’era la nebbia, i suoni erano amplificati e le luci riflettevano: sembrava di essere in un videogioco». Si ispira a Filippo Inzaghi, anche se parte da lontano per segnare: il suo gol più bello è una cavalcata di 50 metri palla al piede, in Vigor Lamezia-Arzanese. «Me lo ricordo bene – scherza -. Ho caratteristiche diverse da Inzaghi, ma mi piace la sua fame sotto porta. E’ un attaccante che non ha mai avuto spiccate doti tecniche, eppure ha segnato a chiunque. Significa che ha qualcosa di speciale». Se poi Matteo pensa al fratello Marco, che ora gioca nel Benevento, «è lui il più forte della famiglia. Quando cresci in squadre come il Cagliari migliori molto dal punto di vista tecnico e tattico». 

Tre fratelli, un solo destino  
Le speranze dei Mancosu non si fermano a loro due: c’è anche Marcello, 21 anni pure lui cresciuto nel Cagliari. Lo ha appena prelevato il Trapani, che lo ha girato in prestito al Pavia. «Speriamo che abbia la possibilità di dimostrare le sue qualità – dice -. Purtroppo in Sardegna il calcio non sta benissimo: io ho lasciato l’isola solo a 25 anni, forse per demerito mio o forse perché ho avuto poche occasioni». La sua terra non l’ha mai dimenticata. Dopo l’alluvione di novembre, ha sfoggiato un taglio di capelli con cuore e dedica. «Noi sardi siamo fatti così – dice -. Se decidi di andare via da quella regione, lo fai solo per lavoro». E per lavoro, a Trapani ha trovato tutto. «L’obiettivo resta la salvezza. Se ci arriviamo presto, a marzo o aprile potremo pensare anche a qualcos’altro. Guai a farlo prima, ci perderemmo per strada». Gli mancano ancora la pagina Wikipedia e un vero soprannome. Intanto, fa sognare una città. 

Tratto da: LaStampa